Archivio per Maggio, 2014

è un periodo strano per la politica italiana.
Elezioni fatte, Renzi stravince. Fino a doppiare Grillo, il temibile avversario.
Vittoria della sinistra? No di certo. Il PD è tutto tranne che quello, la parola stessa incute terrore nella maggior parte dei rappresentanti del partito (e più di tutti, in Renzi stesso). Il PD è una nuova DC, una specie di contenitore che salva un po’ tutti, che abbraccia chi può, che conforta senza aiutare, che propone senza concretizzare, che idea senza attuare. Con il nuovo premier, pieno di energie, con tanti assegni da 80 euro da sganciare, siamo tutti al sicuro.
Io in realtà non capisco il vero motivo di questa vittoria così schiacciante. davvero quattro banconote blu in più al mese possono garantire a un premier quasi la metà dei consensi dei votanti? Io non posso crederlo. Ma allora cos’è stato? l’appeal del presidente giovane che pure se non è stato scelto da noi è carismatico, sa quello che vuole, sa cosa serve per rimetterci in marcia. Ma cosa ve lo fa pensare? Io non so, ma tra i tanti Renzi mi sembra il più ridicolo di tutti. Almeno quanto, se non più di Berlusconi: in fin dei conti, assurdo che fosse, là c’era un motivo economico, c’erano interessi di intere caste da rispettare, patti da consacrare, soldi che giravano per sostenere la causa dell’evasore nazionale. Per quanto fosse il male assoluto, almeno il sostegno di una parte (marcia) della popolazione poteva essere comprensibile, anche se pure in quel caso il plauso popolare ricevuto in alcune elezioni rimane comunque inspiegabile. Lo stesso 17% di questa tornata elettorale, post condanna, è davvero assurdo.
Ma tornando a Renzi, dico io, questo ragazzetto che cerca di dimagrire, con la zeppola, i dentoni e più nei di vespa, che parla toscanaccio, fa battute che non fanno ridere, e ripete il solito refrain delle riforme e della ripartenza ormai da mesi e mesi, mentre i provvedimenti più importanti (vedi legge elettorale o riforma del senato) sono stati abilmente bypassati per ottenere consensi in periodo elettorale, mantenendo la situazione politica nello stesso ristagno di prima…Cosa ci trovate, in lui? è il famoso ‘proviamolo’? è il già sentito ‘ormai non abbiamo più niente da perdere’? il famigerato ‘vediamo come va, sennò non voto più’? Ma che brutta fine che ha fatto la politica italiana, persa tra queste affermazioni e i litigi senza fine tra renziani, pentastellati, agnostici e nullatenenti…
almeno, una buona nota. il quorum raggiunto da L’Altra Europa dimostra che qualcuno che vuole tornare a dei valori politici reali c’è. Ricordatelo, per le prossime elezioni, e non fatevi mai più fregare dal ‘voto utile’: l’unico voto utile è quello in grado di esprimere un ideale. e se mai una sinistra italiana risorgerà, e soprattutto sarà in grado di trovare un leader, che a questo giro è stato non a caso straniero, allora forse le elezioni potranno ridiventare qualcosa di cui parlare davvero. Senza urla, senza demagogia, senza ovvietà.
Ma in fin dei conti, ognuno ha quello che si merita, no? Quindi se in Italia vige la politica senza senso, senza riflessioni, senza competenze, senza opinioni, senza esperienza…qualche domanda su questi poveri italiani io me la farei.
elezioni

Erano tre anni che non vivevo una primavera nella mia città. Tre anni che non vedevo gli albicocchi e i prugni in fiore, tre anni che non mangiavo le nespole, che non vivevo le prime giornate di calore napoletano, che non guardavo il mare luccicare sotto i raggi del sole di maggio, per poi rimanere il giorno dopo chiusa in casa brontolando per la pioggia eccessiva, pensando ‘ma quando viene l’estate?’. le mie scorse primavere si sono tinte dei tiepidi colori russi, tra gelo e disgelo, tra emozioni e scoperte.
è bella, qui, la primavera, è piena di profumi, di colori. e soprattutto, è piena di attese e di speranze. perché in primavera il corpo e la mente si risvegliano, si preparano alla stagione calda, alle giornate più lunghe, alla vita piena. ed è forse il momento anche di fare un po’ il bilancio, molto più che a fine anno, quando sei nel bel mezzo dell’inverno, nel bel mezzo del lavoro e dello studio, e la finestra più o meno lunga di riposo estivo è ancora solo un timido spiraglio di luce in fondo al tunnel. in primavera pensi a quello che vorresti fare in estate…e a quello che cercherai di fare dopo.
dopo.
Si, ci sono mille pensieri, desideri e disillusioni a tenerci compagnia, nel mese di maggio, in questo mese di preparazione, in questo momento di stanchezza per l’annata trascorsa.
e capita di pensare al futuro, alla paura di non riuscire a fare ciò che si vorrebbe.
questo è assurdo. se si vuole fare qualcosa la si fa. tutto dovrebbe essere predisposto perché tu possa dare il meglio di te, e farla.
e invece…
è triste, questa questione del doversi tarpare le ali, del non poter avere qualche piccolo sogno. è triste, è ingiusto, è denigrante, è immorale, è…dì una parola che ti faccia ribrezzo, lo è.
Ho nostalgia dell’epoca in cui si chiedeva ‘cosa vuoi fare da grande?’. tu ci credevi, a quella domanda, e già ti figuravi adulto, preso dalla tua passione, dal lavoro che sognavi. una domanda così banale, che oggi viene posta in modo così accorto, quasi sottovoce, a mano a mano che ci si avvicina all’età della famigerata ricerca lavorativa: ‘…e poi…cosa vorresti fare…?’ come se in realtà non fossi tu, a decidere davvero. e quindi, tanto vale accontentarsi.
ma in fondo, la vita è fatta di queste cose. di disillusioni, di stanchezze, di difficoltà. e si cresce solo superandole, non è così? bene.
allora superiamole.